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Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina sperimentale e forense
Direttore Stefano Candura
Sede amministrativa: Via Camillo Golgi, 19 - 27100 Pavia
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Presso il Laboratorio di Genetica Forense, da oltre 25 anni, si eseguono indagini genetiche al fine della ricerca della paternità e, in generale, di rapporti di parentela fra individui. Tali indagini si basano sullo studio di sistemi genetici “polimorfici”, in grado di evidenziare differenti caratteristiche ereditabili (alleli) negli individui.

Dagli anni ’90 i progressi ottenuti grazie alla biologia molecolare hanno portato ad abbandonare l’applicazione dei marcatori cosiddetti “tradizionali”, immunologici ed enzimatici, a favore della determinazione dei polimorfismi del DNA.

Questa innovazione ha consentito enormi sviluppi sul piano dell’accertamento/ esclusione della paternità. L’esclusione della paternità viene data in termini di certezza e, in caso di compatibilità, in termini statistici, si raggiungono valori probabilistici di paternità pari o superiori a 99,99999 %.

E’ ora possibile pervenire ad un risultato definitivo, non solo avendo a disposizione il classico trio “Padre presunto-madre-figlio”, ma anche in assenza della madre e, addirittura, del presunto padre. Si può infatti confermare o escludere la paternità di un presunto padre avendo a disposizione i parenti prossimi di questo oppure campioni biologici a lui riconducibili, prelevati in tempi precedenti alla sua scomparsa. E’ possibile anche, in extremis, il ricorso all’esumazione della salma del soggetto, in quanto il profilo del DNA può essere ricostruito anche da reperti biologici estremamente degradati.

Mediante la determinazione del profilo del DNA è anche possibile definire altri tipi di rapporti di parentela quali madre-figlio, nonno-nipote, fratello-fratello, zio-nipote, cugini di primo grado.

Presso il Laboratorio di Genetica Forense, da oltre 25 anni, si eseguono indagini genetiche al fine della ricerca della paternità e, in generale, di rapporti di parentela fra individui. Tali indagini si basano sullo studio di sistemi genetici “polimorfici”, in grado di evidenziare differenti caratteristiche ereditabili (alleli) negli individui.

Dagli anni ’90 i progressi ottenuti grazie alla biologia molecolare hanno portato ad abbandonare l’applicazione dei marcatori cosiddetti “tradizionali”, immunologici ed enzimatici, a favore della determinazione dei polimorfismi del DNA.

Questa innovazione ha consentito enormi sviluppi sul piano dell’accertamento/ esclusione della paternità. L’esclusione della paternità viene data in termini di certezza e, in caso di compatibilità, in termini statistici, si raggiungono valori probabilistici di paternità pari o superiori a 99,99999 %.

E’ ora possibile pervenire ad un risultato definitivo, non solo avendo a disposizione il classico trio “Padre presunto-madre-figlio”, ma anche in assenza della madre e, addirittura, del presunto padre. Si può infatti confermare o escludere la paternità di un presunto padre avendo a disposizione i parenti prossimi di questo oppure campioni biologici a lui riconducibili, prelevati in tempi precedenti alla sua scomparsa. E’ possibile anche, in extremis, il ricorso all’esumazione della salma del soggetto, in quanto il profilo del DNA può essere ricostruito anche da reperti biologici estremamente degradati.

Mediante la determinazione del profilo del DNA è anche possibile definire altri tipi di rapporti di parentela quali madre-figlio, nonno-nipote, fratello-fratello, zio-nipote, cugini di primo grado.

Principi del test del DNA

La determinazione del profilo del DNA si ottiene analizzando regioni particolari del DNA definite “iper-variabili”, in quanto differiscono estremamente da individuo ad individuo, che rispettano le leggi dell’ereditarietà.

La variabilità individuale è dovuta al fatto che ciascuna di queste zone è rappresentata da una sequenza di basi, da circa 2 a 5, ripetuta più volte, in numero variabile, da soggetto a soggetto. L’analisi contestuale di più regioni, localizzate in cromosomi differenti, consente di ottenere profili genetici praticamente esclusivi. Ai fini della ricerca del rapporto di paternità, attualmente, vengono selezionati circa quindici sistemi, presenti ciascuno su cromosomi diversi, rigorosamente standardizzati ed approvati dalle organizzazioni scientifiche internazionali.

Relativamente a ciascun sistema considerato ogni individuo presenta un numero particolare di ripetizioni di una sequenza (allele) necessariamente ereditato dalla madre e l’altro ereditato dal padre. L’analisi contestuale dei profili del “padre presunto”, della madre e del figlio, consente, una volta identificato nel profilo del figlio l’allele ereditato sicuramente dalla madre, di valutare se l’altro allele è condiviso con il “padre presunto”. Nel caso in cui il figlio, in più sistemi, presenti un allele assente in entrambi i genitori oppure non presenti uno dei due alleli posseduti a sua volta dal padre (oppure l’unico allele posseduto nel caso in cui il padre abbia ereditato a sua volta la stessa caratteristica dai genitori), la paternità può ritenersi esclusa. Nel caso in cui nel profilo del figlio l’allele di provenienza paterna sia sempre condiviso con il padre presunto, per ciascuno dei sistemi genetici considerati, viene eseguito il calcolo biostatistico della probabilità che il padre presunto sia il padre naturale. Tale calcolo, che prevede la conoscenza della distribuzione delle frequenze dei vari alleli nella popolazione cui appartiene il trio considerato, consente di giungere a valori probabilistici estremamente elevati, superiori al 99,9999 %.

Anche nel caso in cui non sia possibile analizzare la madre, si perviene ugualmente ad escludere la paternità e, in caso di compatibilità riscontrata fra padre presunto e figlio, si raggiungono valori probabilistici elevati, almeno superiori al 99,9 %.

Il test del DNA può essere eseguito anche al fine di stabilire altri rapporti di parentela quali madre-figlio, nonno-nipote, zio-nipote, fratello-fratello e cugini di primo grado.

Modalità di esecuzione dell’analisi

Consenso al prelievo

Le persone da sottoporre all’analisi vengono preliminarmente informate circa le finalità e le modalità di esecuzione delle stesse e, previa esibizione di un documento d’identità, viene loro richiesto il consenso scritto. Per quanto riguarda i minori viene chiesto l’autorizzazione ad eseguire le analisi ai genitori che ne hanno la patria potestà.

Modalità di prelievo

Qualsiasi campione biologico che contenga cellule con nucleo può essere idoneo all’estrazione del DNA; oltre al sangue risultano utili a tal fine anche saliva, formazioni pilifere, liquido seminale, liquido amniotico. Per un’indagine tradizionale si eseguono prelievi di saliva mediante tamponi sterili in quanto questo tipo di prelievo risulta il più vantaggioso.

Tempi di esecuzione delle analisi

Un’indagine tradizionale di paternità viene eseguita entro 10 –20 giorni dalla data del prelievo.

Protocollo d’analisi

Le analisi vengono condotte in conformità con le indicazioni della Società Internazionale di Genetica Forense (ISFG) e in accordo con la “Raccomandazione sulle indagini biologiche di paternità” stabilita dal Gruppo dei Genetisti Forensi Italiani (GEFI) e dalla Società Italiana di Genetica Umana (SIGU).

Dai prelievi di campioni biologici viene estratto il DNA mediante opportuni metodi a seconda del tipo di substrato a disposizione (saliva, sangue, ecc.).

Si procede quindi ad amplificare le regioni ipervariabili di interesse mediante PCR (Polymerase Chain reaction); usualmente vengono amplificati circa quindici marcatori differenti, localizzati ciascuno su cromosomi diversi. Questi sistemi vengono definiti Microsatelliti o STR (Short Tandem Repeat) e sono selezionati rigorosamente dalle comunità scientifiche internazionali (ENSFI, FBI); devono essere ben caratterizzati dal punto di vista molecolare e le frequenze delle varie forme alleliche specifiche per ciascun sistema devono essere ben conosciute a livello della popolazione di riferimento.

I marcatori amplificati vengono successivamente valutati mediante elettroforesi capillare utilizzando un sequenziatore automatico con fluorescenza (ABI Prism 310 Applied Biosystems). Vengono condotte le analisi simultaneamente sui campioni prelevati alle persone coinvolte nell’analisi e i profili ricavati vengono confrontati contestualmente. L’identificazione degli alleli viene eseguita confrontandoli con un ladder allelico sequenziato, contenente le principali varianti riscontrate nelle varie popolazioni.

I risultati vengono forniti sottoforma di tracciati elettroforetici dove visivamente si possono confrontare i vari profili ottenuti unitamente alla relazione scritta dell’interpretazione degli stessi comprensiva dell’analisi statistica.

grafico paternita

Contatti

Sede: Via Forlanini 12 - 27100 Pavia

Orario: da lunedì a giovedì, 9.00 - 12.00, 14.30 - 17.00; venerdì 9.00 - 12.00

Le analisi vengono eseguite su appuntamento.

Tel.: 0382 98 7810 / 7820

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Il Laboratorio di Genetica Forense è situato presso l'unità di Medicina Legale e Scienze forensi "Antonio Fornari" del Dipartimento di Sanità Pubblica, Medicina sperimentale e forense.

Responsabile: Prof. Carlo Previderé