Presso il Laboratorio di Genetica Forense, da oltre 25 anni, si eseguono indagini genetiche al fine della ricerca della paternità e, in generale, di rapporti di parentela fra individui. Tali indagini si basano sullo studio di sistemi genetici “polimorfici”, in grado di evidenziare differenti caratteristiche ereditabili (alleli) negli individui.
Dagli anni ’90 i progressi ottenuti grazie alla biologia molecolare hanno portato ad abbandonare l’applicazione dei marcatori cosiddetti “tradizionali”, immunologici ed enzimatici, a favore della determinazione dei polimorfismi del DNA.
Questa innovazione ha consentito enormi sviluppi sul piano dell’accertamento/ esclusione della paternità. L’esclusione della paternità viene data in termini di certezza e, in caso di compatibilità, in termini statistici, si raggiungono valori probabilistici di paternità pari o superiori a 99,99999 %.
E’ ora possibile pervenire ad un risultato definitivo, non solo avendo a disposizione il classico trio “Padre presunto-madre-figlio”, ma anche in assenza della madre e, addirittura, del presunto padre. Si può infatti confermare o escludere la paternità di un presunto padre avendo a disposizione i parenti prossimi di questo oppure campioni biologici a lui riconducibili, prelevati in tempi precedenti alla sua scomparsa. E’ possibile anche, in extremis, il ricorso all’esumazione della salma del soggetto, in quanto il profilo del DNA può essere ricostruito anche da reperti biologici estremamente degradati.
Mediante la determinazione del profilo del DNA è anche possibile definire altri tipi di rapporti di parentela quali madre-figlio, nonno-nipote, fratello-fratello, zio-nipote, cugini di primo grado.